“Certo, speravo in numeri un tantino diversi”. Ha commentato così, Pippo Civati, terzo classificato nella corsa alla leadership del Pd, la distanza tra la propria percentuale (poco meno del 20 per cento) e quella del vincitore, il neo segretario del Partito democratico, Matteo Renzi, al 70 per cento circa. “Così non vale”, ha aggiunto.
Pippo Civati, il candidato più di “sinistra” dei tre sfidanti, ha mandato un sms al sindaco di Firenze che ha vinto la gara per fargli gli auguri e nel discorso pronunciato dopo le prime comunicazioni dei risultati ha detto: “Due ragazzi del ’75 si sono sfidati, uno di pochi anni di più si è confrontato con noi, dando un’immagine di un partito solido: vorrei che il Pd trovasse un po’ di orgoglio, con questa classe dirigente possiamo vincere le elezioni e soprattutto possiamo farle”. “Il Pd è un partito di sinistra e daqui inizia la storia del Pd, oggi è la vera fondazione del Partito democratico”.
Più agguerrito Gianni Cuperlo, che fino all’ultimo ha sperato in un colpo di coda che gli permettesse di sorpassare Renzi. “In spirito unitario non rinunceremo alle nostre idee – ha detto al Tempio di Adriano a Roma commentando i dati relativi alle primarie del Pd. – La battaglia non è finita. Ci sono stazioni in cui i binari finiscono e il treno non riparte e stazioni in cui invece i treni si fermano per riprendere la corsa. Noi abbiamo fatto un pezzo di viaggio, ma il treno su cui siamo saliti è il nostro e da lì non scenderà nessuno”.
Poi il ramoscello d’ulivo: “Per quanto mi riguarda, il mio sarà un comportamento leale e sincero verso Renzi, così come è stata leale e sincera la discussione di queste settimane. Quell’impianto culturale e di valori che abbiamo portato avanti non si esaurisce con il voto di oggi ma sarà per il nuovo segretario un contributo costante”.