Matteo Renzi parla già da vincitore e vuole dettare la linea al governo sin da subito: dalle pagine di Repubblica, il sindaco di Firenze si rivolge al premier Enrico Letta: “Offro una disponibilità vera, un patto di un anno. E quindi proporremo tre punti che noi consideriamo ineludibili”.
Di che parla il candidato alla segreteria del Pd? Lavoro, riforme e Europa. Ma il messaggio più forte è che “Letta deve sapere che il suo esecutivo ora è incentrato sul Pd. Ha cambiato forma le larghe intese originarie non ci sono più”.
Renzi sembra non aver timore degli avversari, soprattutto quelli del Nuovo Centrodestra: “Il Pd ha 300 deputati e Alfano ne ha 30. Il governo sta in piedi grazie a noi. Alfano dice che può far cadere Letta. Bene, così si va subito al voto. Io non ho paura. Lui sì. Perché sa che Berlusconi lo asfalta”.
Sul piano pratico, le riforme volute da Renzi vertono sul rilancio della camera delle autonomie locali, l’abolizioni di “enti inutili come il Cnel” e ovviamente la riforma elettorale: “Va bene qualsiasi riforma, purché si garantisca il bipolarismo e la governabilità”.
Il lavoro di cui parla il sindaco di Firenze in uno dei suoi punti deve partire dal “Job act: semplificazione delle regole nel lavoro, garanzia a chi non ne ha”. Poi ricorda che la patrimoniale “ora sarebbe un errore politico”.
Il terzo e più importante punto è l’Europa, che per Renzi è “l’anima del Paese Letta vuole gestire il semestre europeo, allora si diano contenuti. Spendiamo meglio i fondi comunitari. Investiamo anche su scuola, immigrazione e diritti”.