Arrivano dall’Istat i dati sull’occupazione giovanile che lanciano l’ennesimo allarme. Secondo le stime fornite dall’istituto di statistica lo scorso mese il tasso di disoccupazione ha toccato la soglia del 41,2%, in aumento di 0,7 punti percentuali rispetto al mese precedente.
In termini assoluti, i disoccupati tra 15 e 24 anni sono 663 mila. Come emerge dal report, si tratta della stima più alta dal gennaio 2004 e dal primo trimestre del 1977.
In tutto i senza lavoro ad ottobre sono tre milioni e 189mila persone, un numero sostanzialmente invariato rispetto al mese precedente, ma in crescita del 9,9% su base annuale, con un +287mila. Il numero degli scoraggiati, coloro che non cercano lavoro perché pensano di non trovarlo, nel terzo trimestre del 2013 sale a 1 milione 901 mila. L’Istat sottolinea che in passato non si era mai registrato un livello così elevato.
A ottobre l’occupazione rimane invariata in termini congiunturali sia per la componente maschile sia per quella femminile. Su base annua l’occupazione cala sia per gli uomini (-2,3%) sia per le donne (-1,0%). Il tasso di occupazione maschile, pari al 64,6%, aumenta di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente ma diminuisce di 1,5 punti su base annua. Quello femminile, pari al 46,5%, rimane invariato in termini congiunturali mentre diminuisce di 0,4 punti percentuali rispetto a dodici mesi prima.
Rispetto al mese precedente la disoccupazione mostra un lieve aumento per la componente maschile (+0,2%) e una lieve diminuzione per quella femminile (-0,3%). In termini tendenziali la disoccupazione cresce sia per gli uomini (+14,5%) sia per le donne (+4,6%). Il tasso di disoccupazione maschile, pari al 12,0%, rimane invariato rispetto al mese precedente e aumenta di 1,6 punti percentuali nei dodici mesi; quello femminile, pari al 13,2%, rimane invariato rispetto al mese precedente, mentre aumenta di 0,6 punti su base annua. Il numero di inattivi diminuisce nel confronto congiunturale per effetto del calo della componente maschile (-0,4%), mentre resta invariata quella femminile. Su base annua l’inattività cresce tra gli uomini (+1,1%) mentre resta ancora invariata tra le donne.