La Procura di Palermo, insieme ad altre parti del processo, si è opposta all’acquisizione della lettera inviata dal capo dello Stato alla Corte d’assise del capoluogo che sta celebrando il processo sulla trattativa Stato-mafia.
“Non ci sono norme che consentono di surrogare la testimonianza con scritti provenienti dallo stesso testimone. Si tratta di un atto fuori dalla regola che non ci consente di rinunciare alla testimonianza del capo dello Stato”. Queste le motivazioni della Procura.
“La lettera del capo dello Stato non può essere intesa come sostitutiva della testimonianza del teste. La lettera infatti non esaurisce l’argomento da chiarire così come da capitolato di prova” queste le parole del procuratore aggiunto Vittorio Teresi, che si oppone all’acquisizione della lettera del capo dello Stato al fascicolo del dibattimento del processo per la trattativa Stato-mafia e confermando dunque la richiesta di ascoltare il presidente della Repubblica come teste.
Per Teresi “è una richiesta alquanto curiosa quella delle difese poiché questa lettera non è un documento formale, in quanto tale. È un atto che il presidente ha inteso inviare quale persona chiamata a testimoniare. Non credo che questo atto ‘diverso’ possa trovare ingresso nel dibattimento. Mentre la deposizione del capo dello Stato potra’ chiarire alcuni aspetti fondamentali”.