È slittato a lunedì sera alle 20 il voto in Senato sui due ordini del giorno per la riforma della legge elettorale. La presidente della prima commissione del Senato, Anna Finocchiaro, ha preso atto della richiesta del Nuovo Centrodestra di poter avere più tempo per l’esame dell’intera questione e ha aggiornato la seduta. “Lunedì sarà l’ultima occasione”, ha detto il senatore di Scelta Civica Benedetto Della Vedova, dopo l’ennesimo rinvio della discussione.
Dopo aver proposto un sistema basato sul doppio turno di coalizione, i parlamentari di Scelta civica si sono dovuti rendere conto “che era impossibile maturare un accordo su quel testo – come spiega Della Vedova a Si24 – e ci siamo accontentati di un ritorno al Mattarellum. Ma almeno che si voti per questo, che si trovi un punto di partenza, anche perché se entro lunedì non avremo deciso qualcosa non potremo più occuparcene in Senato e la palla passerà alla Camera dei deputati”.
“Abbiamo chiesto il rinvio – ha detto il senatore Ncd Paolo Naccarato al termine della riunione della commissione Affari Costituzionali del Senato – semplicemente perché non abbiamo avuto il tempo materiale per riflettere su una posizione del gruppo da proporre. Cosa che faremo nelle prossime ore, in stretto raccordo con Angelino Alfano e Gaetano Quagliariello, ma sicuramente rima della prossima riunione della commissione”.
Intanto, proprio per fare il punto sulla riforma della legge elettorale, i rappresentanti del Governo Letta e della maggioranza sono stati al Colle per un confronto durato quasi due ore. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, secondo le prime indiscrezioni, avrebbe chiesto ai ministri per i rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini, e delle Riforme, Gaetano Quagliariello, quale sia lo stato dell’arte dopo la fuoriuscita di Forza Italia dalla maggioranza. I delegati del partito di Silvio Berlusconi, invece, incontreranno il Capo dello Stato nel pomeriggio.
Secco il monito del ministro Quagliarello: “Se non si muoverà il Parlamento prima della sentenza della Corte costituzionale sul Porcellum si muoverà il governo”.