Finalmente sembra ufficiale, Antonio Ingroia, ex procuratore di Palermo, leader di un nuovo movimento politico “Azione civile”, soggetto a tratti scomodo, a tratti mitizzato, domani mattina si insedierà alla guida di Sicilia e-Servizi, la società – per molti “il carrozzone mangiasoldi” – che ha il compito di sviluppare e implementare il processo di informatizzazione della Regione siciliana. “Gli obiettivi statutari erano nobili – dice Antonio Ingroia -. Sicilia e-Servizi doveva essere il fiore all’occhiello della amministrazione regionale, lo strumento per favorire la trasparenza e rendere la Regione la casa di tutti. Ma qualcuno, invece di perseguire questi scopi, si è arricchito con i soldi dei finanziamenti pubblici ed europei. Sta a me scoprire chi è stato”.
Entra, dunque, con il piglio del magistrato inquirente, Antonio Ingroia, negli uffici della partecipata della Regione. Esattamente come il suo “amico” Rosario Crocetta – lo definisce così l’ex Pm – entrò nel Palazzo dell’amministrazione: rotazioni di personale, denunce alle varie procure siciliane, controlli a maglie serrate, gestione praticamente centralizzata delle attività. “Sicuramente – dice Ingroia – anche la mia sarà una gestione improntata alla legalità, per dimostrare che lo sviluppo è possibile se si perseguono i valori della legalità. Questa è una cosa che certamente condivido con Crocetta. Certo, ci sono anche cose che fa che non mi piacciono, ma con i suoi due predecessori uno in galera e l’altro ancora coinvolto in un processo per associazione mafiosa (Totò Cuffaro e Raffaele Lombardo, n.d.r.), non possiamo che apprezzare tutto quello che fa”.
Arriverà in ufficio per le 9 di domattina e la prima cosa che vuole fare è una riunione operativa con lo staff. “Dirigenti generali, rappresentanti sindacali, dipendenti – dice Ingroia – e spero che l’amministratore delegato uscente si faccia trovare per il necessario passaggio di consegne”. Insomma, l’ex Pm, vuole “fare i conti con il passato per cercare di salvare il progetto originario”.
La designazione di Ingroia a capo del Consiglio di amministrazione di Sicilia e-Servizi era stata annunciata mesi fa dal governatore Crocetta, ma accadeva sempre qualcosa che ne faceva rinviare l’effettivo insediamento. “Qualcuno non mi voleva lì”, insinua l’ex magistrato. Poi, l’allarme per l’avviso di licenziamento inviato a 76 dipendenti del socio privato, Sicilia e-Servizi Venture, ha accelerato i tempi. Ma riuscirà Ingroia a salvarli? “I dipendenti di Venture – dice – erano proprio quelli che maggiormente andavano tutelati, perché sono loro che possiedono la specializzazione, le competenze tecniche. Per questo, e per la mia sensibilità per la sfera umana di questi lavoratori, tenterò in tutti i modi di preservarne il posto di lavoro, ma l’ultima parola spetta alla Regione, alla Politica”.
L’assessore all’Economia Luca Bianchi ha già dichiarato, però, che tenterà di tutelare in tutti i modi i dipendenti a rischio, ma che non essendo loro dipendenti pubblici, non sono direttamente un problema della Regione. Solo che il socio privato di Sicilia e-Servizi ha annunciato i licenziamenti perché è in crisi di liquidità a causa dei crediti mai saldati che vanta con l’amministrazione regionale. Quindi, il problema sembra della Regione. “Ci sono molte verifiche da fare – precisa Ingroia – perché, non si capisce come, i crediti vantati dal socio privato sono addirittura superiori alla commessa iniziale. Quindi qualcuno se ne è approfittato, qualcuno invece di gestire le attività ha intascato i finanziamenti. Useremo tutti gli strumenti in nostro potere per verificare come sono andate veramente le cose”.