“Non potevamo più stare in un partito in cui attorno a Silvio Berlusconi si stava concentrando una massa di estremisti”. È così che l’ex presidente del Senato, ed ora anche ex capogruppo del Pdl al Senato, Renato Schifani, commenta la nascita del partito Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano, presentato a Palermo con una riunione all’Hotel della Palme a cui hanno partecipato centinaia di persone, tra amministratori locali, politici nazionali e regionali e semplici cittadini simpatizzanti.
“Ora ripartiamo dal territorio – prosegue il parlamentare nazionale Dore Misuraca – dall’organizzazione di un partito in cui conterà l’opinione di tutti”.
A Palermo c’era anche il sottosegretario allo Sviluppo economico, la senatrice Simona Vicari, ex berlusconiana di ferro, ora elemento di spicco della formazione dell’ex delfino Alfano. “Non potevamo restare con chi vuole mandare all’aria un governo che sta lavorando per cercare di portare l’Italia fuori dalla crisi. Un governo – conclude Vicari – nato per volere di tutti, per cui ognuno ha messo da parte qualcosa per un bene più grande”.
La senatrice Vicari accenna anche all’ambigua situazione di quegli elementi del governo che fanno parte adesso dell’area Berlusconiana, e sono quindi di fatto all’opposizione. “Per coerenza dovrebbero dimettersi”, suggerisce Vicari.
Nodo centrale è stata anche la questione della collaborazione con il governo del presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta. “Se collaborare significa – dice Schifani – valtare i singoli provvedimenti, emendare i testi delle leggi, dare il nostro apporto positivo, votare leggi per il bene del territorio, allora sì, la nostra sarà una collaborazione”.
”Il presidente Berlusconi sta vivendo un momento terribile per la vicenda che lo tocca. – prosegue l’ex presidente del Senato – Gli siamo vicini e lo dimostreremo mercoledì quando faremo la nostra battaglia in aula come se non ci fossimo divisi. Sulla decadenza si stanno consumando e si sono consumati degli strappi procedurali che denunceremo in aula e faremo in modo che il Pd possa riflettere su alcune valutazioni adottate. Il voto palese secondo me e’ stato adottato violando le procedure perche’ il regolamento era chiaro e si e’ cambiato solo con una interpretazione. Vi sono riflessioni da sottoporre alla corte costituzionale non accolte dalla giunta le riproporremo in aula. Speriamo di ottenere una politica dell’ascolto da parte di alcuni parlamentari della Sinistra”.