Imprese in sofferenza, in calo le richieste di credito | Federconfidi: “Serve coinvolgimento del settore pubblico” /VIDEO

di Maria Teresa Camarda

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Imprese in sofferenza, in calo le richieste di credito | Federconfidi: “Serve coinvolgimento del settore pubblico” /VIDEO

| venerdì 22 Novembre 2013 - 10:24

“L’economia siciliana è talmente sofferente che le imprese del territorio non pensano più nemmeno a fare richiesta di credito, perché sanno che non basterebbe a risollevarne le sorti”. Un allarme serio, concreto, quello lanciato dal presidente di Federconfidi, Pietro Mulatero, alla presentazione dell’Indagine annuale del 2012 a Palermo.

Le sfavorevoli prospettive della domanda inducono le imprese esistenti a rinviare i propri piani di ricerca, di sviluppo e di ampliamento ed inibiscono la realizzazione di nuovi progetti imprenditoriali. La scarsissima propensione all’investimento, quindi, dall’inizio della crisi ha manifestato – se si fa eccezione per il 2010 – una continua caduta. E se l’offerta di credito continua a manifestare le descritte dinamiche restrittive, anche la domanda di finanziamenti risente della crisi di fiducia che pervade il sistema e delle connesse incertezze. Le dinamiche involutive indotte dalla crisi si manifestano, in primo luogo, in termini di scarsa richiesta di credito per investimenti; in secondo luogo, nel contenimento dei costi operativi, che generano anche disoccupazione.

Ma, nonostante la diminuzione di richiesta di credito per investimenti – prosegue Mulatero – siamo qui per ricordare l’attualità dei confidi, il cui compito è quello di infondere, preservare e ricostruire la fiducia nel sistema delle nostre imprese, supportando il flusso di credito ad esso diretto”. I confidi, infatti, non perseguendo logiche di pura redditività e non rispondendo a logiche di mero mercato, svolgono di fatto il ruolo di trasmettitori all’intero sistema economico delle azioni della politica industriale delle diverse Istituzioni.

Necessario, però, un nuovo coinvolgimento della Regione, del finanziamento pubblico. “L’intervento pubblico – prosegue Mulatero – deve tuttavia strettamente connettersi a un impegno privato del Confidi e delle imprese”.

“Non quindi un semplice, aprioristico, indifferenziato sostegno – conclude Mulatero – ma condivisione di vision, strategie ed obiettivi: solo in presenza di tali elementi può disegnarsi un modello di coesistenza di energie private e pubbliche che realizzi la più alta forma di collaborazione, vale a dire la condivisione dei rischi”.

“Occorre puntare sui Confidi, che sono uno strumento cerniera tra banche e territorio, per realizzare un progetto integrato agevolando l’accesso al credito e supportando gli investimenti delle imprese”, ha detto l’assessore regionale alle Attività produttive, Linda Vancheri. “È uno strumento importantissimo – ha aggiunto – va utilizzato insieme ad altri strumenti in modo integrato. Stiamo seguendo il modello di regioni, dove anche i fondi strutturali sono utilizzati per supportare il credito delle imprese. L’idea è lavorare con istituti di credito, imprese e territori per creare anche opportunita’ di occupazione giovanile”.

“Sui Confidi abbiamo trovato un sistema bloccato e complicato da un punto di vista burocratico – ha detto l’assessore regionale al Bilancio, Luca Bianchi – che non riusciva ad erogare risorse. Abbiamo cercato di dare un’indicazione in due step: saniamo il passato, sbloccando risorse, e modifichiamo il presente con una riforma del sistema”. “Ho studiato il sistema delle altre regioni del Mezzogiorno – ha concluso. – Penso che il processo di riforma potrà partire dal primo gennaio prossimo”.

Al convegno ha partecipato anche Vincenzo Boccia, presidente di Piccola Industria di Confindustria, che ha sottolineato come sia necessario che “la pubblica amministrazione paghi i debiti che ha con le imprese per aiutare lo sviluppo del settore”.

GUARDA IL VIDEO CON L’INTERVISTA A VINCENZO BOCCIA DI CONFINDUSTRIA

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