Salvino Caputo, ex deputato dell’Assemblea regionale siciliana in forza al Pdl, dichiarato decaduto dopo che è diventata definitiva la condanna a un anno e cinque mesi emessa a suo carico per il reato di tentato abuso d’ufficio. Come pubblicato dal quotidiano Online Livesicilia, lo ha deciso il Tribunale civile di Palermo che ha respinto il ricorso presentato dall’ex parlamentare accusato di aver cercato di far annullare alcune multe quando era sindaco di Monreale. Fu la commissione Verifica dei poteri di Palazzo dei Normanni a sancire la decadenza di Caputo, il primo, in Italia, a dover lasciare il proprio scranno a causa della legge Severino.
“Secondo la cosiddetta legge Severino – dice il tribunale – la causa di incandidabilità è l’aver riportato una certa condanna con provvedimento definitivo e non l’aver commesso un determinato fatto fatto criminoso. Se il provvedimento giudiziario diviene definitivo in corso di mandato elettivo non si verifica un’applicazione retroattiva della sanzione, ma un’incandidabilità sopravvenuta nel corso del mandato elettivo (che comporta la decandenza)”.
“Il principio di fondo – proseguono i giudici – è quello per cui si vuole che venga allontanato dall’esercizio di determinate funzioni pubbliche un soggetto riconosciuto ‘indegno’ in relazione a certi fatti accertati con sentenza passata in giudicato. Fino al momento della definitiva pronuncia in sede penale non si forma, in base al principio costituzionale della presunzione di innocenza, quel requisito negativo dell’indegnità morale che impedisce l’assunzione o la permanenza di certe cariche pubbliche. Lo status di condannato non è un fatto passato rispetto alla data di entrata in vigore della legge che lo prende in considerazione, ma una qualità attuale che si presta, perciò, ad assumere rilevanza per la conseguenza connessa, senza deroga alcuna al principio di normale irretroattività della legge”.