Procedono le indagini sul caso delle baby squillo romane. Sono circa ventisei i clienti al momento indagati nel giro di prostituzione e si pensa che il numero possa aumentare ancora. La lista su cui stanno lavorando i carabinieri di Roma è molto lunga e parecchi ancora restano i sospettati. Dai tabulati telefonici risultano infatti diversi nomi di clienti saltuari, i cui numeri non sono neanche memorizzati nella rubrica delle due ragazzine romane. Da alcuni sms e dalle chiamate finora presi in esame sono emersi anche altri nomi di ragazze, presumibilmente coinvolte nel giro di prostituzione.
È stato già avviato il processo d’identificazione dei numeri: una lista di nomi e cognomi, ma anche di società con due utenze intestate a network internazionali di revisione dei conti e una all’Ifad, l’International Fund for Agricultural development. Per identificare i clienti fissi e distinguerli da quelli saltuari, i carabinieri hanno chiesto alle società a chi fossero date in uso quelle utenze. Nell’elenco presenti anche nomi stranieri. Un particolare che desta curiosità. Tuttavia, l’investigatore ha spiegato che probabilmente si tratta d’identità fittizie.
Durante un interrogatorio avvenuto con la psicologa, Angela, la più grande del giro, ha spiegato cosa l’avesse portata a prostituirsi, parlando anche dei suoi rapporti con la scuola e con la madre. Lei ha parlato della prostituzione definendola come un “gioco”, un modo come un altro per “fare soldi”. Aveva cercato su Google “modi facili per fare soldi” e tra i tanti risultati trovati c’era anche questo. “Guadagnare soldi, come guadagnare soldi. E sono uscite prima un sacco di cose, poi mi è venuto fuori questo, un indirizzo. Ho mandato una e-mail a quello che c’era segnato lì”, questo racconta Angela alla psicologa, facendo infine riferimento a Nunzio Pizzacalla, già arrestato. Verso la scuola non mostra particolare entusiasmo e confessa che preferirebbe frequentare la scuola privata. Circa i rapporti con la madre invece non si è sbilanciata molto. Lo ha definito un rapporto “burrascoso”, confermando inoltre quanto già sospettato: “mia madre lo sapeva che ci prostituivamo Giravamo con troppi soldi e la droga non ti fa guadagnare tutti quei soldi. Hai sempre qualcuno sopra di te”.
Nel frattempo pare che la ripetuta pubblicazione sugli organi di stampa degli atti dell’inchiesta sull’attività di prostituzione stia provocando non poca irritazione negli ambienti della procura di Roma. Maria Monteleone, titolare del procedimento, sta valutando insieme al capo dell’ufficio, Giuseppe Pignatone, l’apertura di un’inchiesta per violazione del segreto istruttorio. Il timore degli inquirenti è che la divulgazione dei verbali d’ interrogatorio dei protagonisti di questa vicenda possa compromettere l’indagine e mettere a rischio la posizione delle due giovani.
Il gip Maddalena Cipriani ha interrogato questa mattina Mirko Ieni, già arrestato il 28 ottobre scorso, e Marco Galluzzo. I due devono rispondere all’accusa di spaccio di droga e induzione alla prostituzione. Nonostante abbiano cercato di respingere le accuse, le loro argomentazioni hanno convinto poco la procura. Dalle ultime indagini svolte infatti sono emersi nuovi elementi sul loro conto che potrebbero aggravare la loro posizione.