Adam Kabobo, il ghanese che lo scorso 11 maggio ha ucciso a colpi di piccone tre uomini a Milano, ha cercato qualche giorno fa di strangolare il suo compagno di cella a San Vittore, il carcere milanese. Quando gli agenti gli hanno chiesto perché aveva tentato di uccidere il detenuto, Kabobo è tornato a parlare di “voci che sente nella testa”.
A salvare il compagno di stanza è stato l’immediato intervento della polizia penitenziaria. Dopo l’aggressione, il ghanese è stato trasferito in isolamento, dov’è sorvegliato a vista e dove continua a seguire le terapie psichiatriche che gli erano state assegnate subito dopo i tre omicidi che aveva commesso.
“Non siamo stati informati da alcuno di quanto accaduto – ha spiegato l’avvocato Benedetto Ciccarone, che difende il ghanese – ma è una cosa molto strana e grave che un detenuto come Kabobo, con seri problemi psichiatrici, venga messo in una cella con un’altra persona“. La difesa, intanto, ha annunciato che presenterà un’istanza di rito abbreviato.