Continua la lotta parlamentare iniziata ieri per l’approvazione della Legge di Stabilità. Il problema principale per il premier Letta è il tempo. Ha a disposizione infatti solo pochi giorni per trovare cinque miliardi di euro necessari per dare copertura alla seconda rata Imu di quest’anno, come vuole il Pdl e per aumentare le disponibilità di bilancio nel 2014, come chiede a gran voce il Pd. E il leader delle larghe intese sa bene che trovarli non sarà affatto facile. Intanto arriva il ddl collegato alla manovra che prevede taglio alle bollette e l’addio alle spese aggiuntive per chi vuole cambiare conto corrente.
“Per la prima volta – dice Letta – da anni abbiamo più investimenti, scende la pressione fiscale e considera i Comuni come alleati e non come nemici. Se finora abbiamo sempre avuto tagli, questa volta abbiamo tre miliardi di spesa aggiuntiva derivante dal cofinanziamento europeo”. Eppure sulla manovra si sta per abbattere una montagna di almeno tremila emendamenti, tanto che gli uffici del Senato hanno dovuto rimandare da oggi a sabato a mezzogiorno il termine per il loro deposito.
Il nodo da sciogliere è il taglio del cosiddetto cuneo fiscale, delle detrazioni in busta paga per i lavoratori dipendenti promesse con la bozza governativa. Secondo il premier le strade percorribili sono due: restringere la platea dei beneficiari o azzerare tutto e rinviare la riduzione più sostanziosa del cosiddetto cuneo con l’arrivo di maggiori risorse nel 2014. Maggiori fondi che potrebbero arrivare, sottolinea Letta, dall’accordo con la Svizzera sul rientro dei capitali. In quest’ultimo caso “i 5 miliardi stanziati nel triennio per l’aumento delle detrazioni potrebbero essere utilizzati per la spesa sociale”.
Una mossa, quella di Letta, per cercare di dare risposte alle fasce più deboli della popolazione come i disoccupati e i pensionati come chiede il Pd e rifinanziare la detassazione di straordinari e salario di produttività voluto dal Pdl e Confindustria. Un colpo al cerchio e uno alla botte, un modo per tenere a galla, ancora una volta, le larghe intese e portare a casa la manovra.