“Vedrò Letta e D’Alia”. Con questa promessa il governatore della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, aveva dato vita all’unità di crisi per affrontare la spinosa questione dei precari della pubblica amministrazione siciliana, non senza aver prima consultato sindacati e parti sociali.
Promessa mantenuta, almeno per metà. Il presidente ha infatti incontrato ieri, insieme all’assessore Patrizia Valenti, il ministro della Pubblica amministrazione, Gianpiero D’Alia. Un summit che ha visto impegnati anche i tecnici di assessorato e ministero in un’azione congiunta che come primo risultato ha prodotto un comunicato carico di ottimismo: “Dal confronto – si legge nella nota del ministero – è emersa con chiarezza la possibilità di effettuare, attraverso l’attuazione del decreto 101/2013 sulla razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni convertito in legge, procedure di proroga e di inserimento stabile nella Pubblica amministrazioe dei contrattisti a termine, secondo un percorso definito con le amministrazioni regionali. Ulteriori provvedimenti in questo ambito non sono oggetto delle valutazioni del Dipartimento della Funzione Pubblica, che ovviamente non si opporrebbe a un intervento diretto sull’argomento da parte della Presidenza del Consiglio, qualora questo venisse ritenuto necessario”.
Per farla breve, la palla passa a Enrico Letta, anche se le responsabilità che pesano sulla testa del premier, impegnato ieri con ben altre grane, non sono poi così schiaccianti, tanto che sarebbe pacifico se Letta optasse per un pilatesco lavaggio di mani, rimandando tutto, come appunto ribadisce la nota ministeriale al “percorso definito con le amministrazioni regionali”, in una sorta di tourbillon, che tuttavia, non è da leggere in chiave totalmente negativa. La Regione, infatti, benedetta dal decreto D’Alia, avrebbe la possibilità di agire in completa autonomia nella scelta della strategia ritenuta più opportuna. E dal carnet di opportunità non è esclusa neanche quella della proroga. C’è il benestare del ministero. Crocetta lo può fare.
E una proroga fino al 2016, per i 20 mila precari la cui deadline è fissata inesorabilmente per il 31 dicembre, ci sarà quasi certamente, ma si rivelerà piuttosto priva di utilità se a questa non si riuscirà a far seguito con le tanto agognate stabilizzazioni, che, nonostante le parole del governatore, è tutt’altro che scontata. “Incerta”, per usare le parole di Mariella Maggio, deputata regionale del Pd e vicepresidente della commissione Lavoro all’Ars. E’ proprio questo il punto che Rosario Crocetta andrà a discutere con il presidente Letta, perché la “legge di riordino del precariato” ventilata dallo stesso Crocetta, è solo un passo intermedio s’è vero – com’è vero – che l’obiettivo è eliminarlo, il precariato.