Quando si parla di Social Network non si può non pensare a Facebook e Twitter, così simili eppur così differenti: il primo vanta però circa 1 miliardo e mezzo di utenti iscritti, il secondo “solo” 500 milioni.
La scelta del social a cui iscriversi è meramente personale, un “newbie” ad esempio sceglierebbe con molta probabilità di iscriversi su Facebook perché parenti ed amici lo sono già e perché l’idea di rimanere perennemente in contatto coi propri cari alletta un po’ tutti. Twitter d’altro canto potrebbe sembrare più complesso a primo impatto, tra hashtag, tweet, follower e following un neofita potrebbe avere qualche difficoltà nel capirne il funzionamento.
Facebook si presenta inoltre come una sorta di seconda vita, o meglio, come la duplicazione virtuale di quella reale, nel senso che si tende ad interagire con persone che con molta probabilità conosciamo anche solo di vista. Il lato social di Twitter è invece praticamente mondiale, la gente che ci “followa” condivide con noi interessi comuni e non per forza si tratta di amici o persone che conosciamo: la sostanziale differenza tra il numero degli utenti iscritti non è quindi causata dal livello di popolarità dei social network bensì dal fatto che Twitter può essere considerato un social per vip. Perché?
In primis perché, come detto prima, Twitter è mondiale, non esiste privacy, nel senso che ciò che si “twitta” è disponibile e visualizzabile da chiunque e ovunque, e potenzialmente può arrivare ad un pubblico molto più ampio rispetto a quello di Facebook dove l’amicizia deve essere reciproca.
In più Twitter limita la “creatività” in 140 caratteri, entro i quali bisogna essere chiari e corretti. Diciamo pure che non sono concessi errori, pena la perdita di follower, sia attuali che potenziali.
Su Facebook quel che scrivi lo legge la zia, la nonna, la cugina ed il compagno delle medie, su Twitter tutti gli utenti possono leggere quel che twitti, mantenendo una certa distanza virtuale: niente chat e niente messaggi privati (a meno che non segui a tua volta l’utente).
C’è chi dice che i social network abbiano rovinato la concezione del rapporto con le persone, chi da la colpa alla spasmodica ricerca del “Mi piace” o del gran numero di gente che ci segue, un po’ per accrescere la propria autostima, un po’ per sentirci anche noi dei piccoli vip, anche se, come recita una famosa frase (che paradossalmente gira proprio su internet) “Essere famosi sui social network è un pò come essere ricchi a Monopoli”.