Erano le 7 del mattino del 31 ottobre quando Simona Riso è stata ritrovata agonizzante nel cortile di casa sua a Roma: trasportata in ospedale, la ventottenne è morta poche ore dopo al San Giovanni di Roma. Le prime ipotesi erano state la caduta accidentale e il tentato suicidio, ma adesso tutto si ribalta. L’autopsia ha infatti evidenziato i segni evidenti di percosse, la frattura del bacino e molte contusioni. Non ci sono più dubbi: si cerca l’autore di un omicidio volontario.
Simona sarebbe morta così, dopo un pestaggio, a un soffio da casa. I genitori sin da subito si erano dichiarati certi che la figlia fosse stata vittima di un’aggressione: poco prima di essere ritrovata nel cortile, Simona aveva chiamato i familiari. L’ipotesi del suicidio era stata presa in considerazione per il passato fragile della giovane: Simona aveva sofferto di anoressia e depressione.
L’autopsia ha dato il via adesso alla caccia all’aggressore: i carabinieri hanno acquisito le immagini di alcune telecamere. La morte sarebbe dovuta a un trauma che ha compresso costole e polmoni, impedendo alla ragazza di respirare. L’ipotesi di stupro è stata esclusa, ma il dolore e il mistero intorno l’ennesima morte di una donna italiana restano.