“La mafia a Palermo ha sempre influenzato la vita di tutti”: già dal trailer del suo primo film, Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, non nasconde il tema-sfondo di “La mafia uccide solo d’estate”, lungometraggio in uscita il 28 novembre.
“Quale mafia e mafia, è tutta una questione di fimmine”: in effetti anche il film nasce da “una questione di fimmine”. Arturo è un bambino curioso, particolare e soprattutto innamorato di Flora. Arturo vuole fare il giornalista da grande e sin da piccolo ha domande semplici ma efficaci da porre al generale Dalla Chiesa: “Andreotti dice che l’emergenza criminalità è in Campania e in Calabria, generale ha forse sbagliato regione?”
L’amore tra Arturo e Flora (Cristiana Capotondi) però viene continuamente contrastato proprio dalla mafia: ogni volta che i due, crescendo, stanno per avvicinarsi succede qualcosa di più grande di loro. E Pif ha voluto far entrare i personaggi del film nei fatti storici degli anni ’70, prendendo dalle immagini di archivio di quel periodo buissimo della storia italiana e siciliana.
Lo scopo della ex Iena, ancora in tv con il programma Il testimone di Mtv, è quello di mostrare una città che ha convissuto con la mafia facendo finta che non esistesse, fino all’inevitabile verità svelata dalle Stragi del ’92. Pif, applauditissimo dai renziani alla Leopolda 2013, ha sempre avuto velleità da grande schermo, evidenti nel montaggio dei suoi servizi, ma adesso porta nelle sale un lungometraggio che non solo dalle inquadratura ma anche dalla fotografia e dalla trama sembra un film su cui puntare.