Ci sono tradizioni fisse, ferme nella memoria e nei cuori delle persone, e ci sono tradizioni in evoluzione e migrazione, accolte con entusiasmo e a volte passione. L’unione di vecchio e nuovo spesso genera confusione, quindi a ridosso delle festività di fine ottobre-inizio novembre ecco un piccolo vademecum per scoprire la differenza tra Halloween, Ognissanti e la Festa dei Morti.
Andiamo in ordine temporale: il 31 ottobre nel mondo anglosassone e ormai in quasi tutto l’Occidente si festeggia Halloween. Le sue origini affondano nel precristianesimo, con la festività celtica di Samhain. È la notte prima di Ognissanti, che in inglese è “All Hallows Day”, dunque per indicare la vigilia si utilizza la parola “eve” al posto di “day” (che significa giorno): la variante scozzese di All-Hallows-Eve ha preso piede in tutto il mondo ed ecco che si ha Halloween, notte in cui i morti riemergono dalla tomba e camminano di nuovo sulla terra. Esattamente come succede in Sicilia, per l’1 e il 2 novembre, quando i morti tornano a far visita ai parenti ancora in vita portando doni per i più piccini.
Questa è in effetti la Festa dei morti più tradizionale, una due giorni che in Sicilia è dedicata ancora al culto dei propri cari scomparsi, e che si colloca a cavallo delle due giornate di festa cristiane. La prima è Ognissanti, festa nota anche come Tutti i Santi e dedicata interamente alla gloria dei Santi cristiani, canonizzati e non. Ognissanti si festeggia l’1 novembre, ma storicamente questa data non ha sempre messo d’accordo tutti: nella Roma antica si festeggiava il 13 maggio, in Irlanda il 20 aprile.
Il 2 novembre invece è la Commemorazione dei defunti, il giorno dedicato completamente ai morti. Ancora una festa cristiana, sentita soprattutto in Italia e nei paesi dell’America centrale, dove l’intera giornata viene utilizzata per celebrare i propri defunti.