“Una pagina dolorosa nella mia storia politica”. È un governatore con un’ombra nello sguardo quello che ieri, a tarda sera, ha lasciato Palazzo dei Normanni dopo un dibattito in Parlamento lungo ore, su una mozione di sfiducia nei suoi confronti presentata dal Movimento 5 Stelle e dalla lista Musumeci.
Mozione che non ce l’ha fatta, che si è fermata a 31 voti a favore contro i 46 contrari. A salvare Crocetta soprattutto i voti, inaspettati dopo la tempesta delle ultime settimane, del Partito democratico.
Il presidente della Regione, in Aula, ha parlato per oltre 78 minuti, in un’arringa che era un mix tra attacco e difesa: attacco verso chi lo aveva osteggiato, e difesa della propria attività di governo e di quella della sua giunta. La difesa è stata affidata anche ad una “Relazione sull’attività svolta dal governo del presidente Crocetta” consegnata ai giornalisti al termine dell’intervento in sala d’Ercole. Un faldone di 70 pagine in cui assessorato per assessorato, settore per settore, sono illustrati tutti i provvedimenti adottati dalla giunta, e sono indicati quelli ancora da prendere. Programmazione, Economia, Salute, Energia, Servizi di pubblica utilità, Turismo, Infrastrutture e trasporti, Funzione pubblica, Autonomie locali, Attività produttive, Agricoltura, Beni culturali e identità siciliana, Famiglia e politiche sociali, Lavoro, Territorio e ambiente, Istruzione e formazione. È così suddivisa la relazione del governo, con il capitolo sulla Formazione lasciato per ultimo, in quanto il solo che si compone di più di 10 pagine.
“Riorganizzazione del Dipartimento per accrescerne il livello, anche in termini di legalità, e di qualità, nonché per ridurre i costi di gestione”: questo l’obiettivo principale indicato dall’assessore Nelli Scilabra, da perseguire attraverso operazioni di spending review, efficienza, trasparenza, mobilità esterna e rotazione del personale, trasparenza dei programmi e dei pagamenti.
L’assessorato sta procedendo verso “l’attivazione di un percorso politico amministrativo di riforma radicale e complessiva del settore della Formazione professionale, sia per moralizzare il settore sia per collocarla tra l’istruzione e il mercato del lavoro”. Interventi che hanno determinato inversioni di tendenza rispetto alle politiche praticate nel passato, “con un superamento del concetto di formazione-assistenza e riappropriazione da parte dell’Amministrazione regionale delle funzioni di programmazione delle attività formative”.
Dopo il taglio dei corsi inutili, quelli non più aderenti alle esigenze del mercato del lavoro, l’assessorato ha comunicato di aver ottenuto una riduzione della spesa pari a circa 60 milioni di euro rispetto all’anno precedente, oltre ad aver stanziato oltre 227 milioni di risorse per le attività formative degli anni 2013 e 2014, pena la revoca del finanziamento per quegli enti che non avranno mantenuto i livelli occupazionali dell’anno precedente. Certificazione delle competenze, garanzie retributive per i lavoratori, modalità più rigide di rendi contrazione delle spese, gli altri obiettivi che l’assessorato ha indicato tra i propri scopi raggiunti.
“Particolare attenzione stata posta anche il settore dell’Oif – prosegue la relazione – Quest’anno, per la prima volta, i corsi sono stati attivati in concomitanza con l’inizio dell’anno scolastico e con una riduzione dei costi dei percorsi formativi di circa il 20% (in proiezione circa 12 milioni di euro) rispetto alle annualità precedenti, garantendo comunque il diritto di tutti giovani siciliani di partecipare ai percorsi”.
Capillare e dettagliato monitoraggio dei trasferimenti agli enti, deburocratizzazione del settore, aggiornamento dell’albo degli operatori della formazione professionale, garanzie occupazionali, revisione dei criteri di accreditamento degli enti e riqualificazione del sistema dell’offerta della formazione professionale: questi gli obiettivi che l’amministrazione regionale considera almeno in parte già centrati. Anche se sul tema non si registra la soddisfazione degli operatori del settore e dei sindacati, come il governo regionale sa bene.
Sotto gli occhi di tutti, invece, anche per l’attenzione della cronaca, gli interventi relativi a formazione e sicurezza per prevenire e reprimere fenomeni patologici di assoluta gravità come un uso distorto delle risorse pubbliche e infiltrazioni malavitose. Questa la lista degli interventi messi in campo dall’assessorato: ispezioni sugli enti, revoca dell’accreditamento, costituzione di parte civile nelle ipotesi di procedimenti penali a carico degli enti, rafforzamento delle cautele antimafia, patti di integrità, divieto di cessione di ramo d’azienda e firma di un protocollo con il comando regionale della guardia di finanza per intensificare i controlli nel settore della formazione e garantire il corretto esercizio delle attività formative.