Ore e ore di dibattito su una mozione di sfiducia che si sa già non ha i numeri per andare in porto. E se gli stessi deputati non ne possono più di ascoltare i propri colleghi, chissà cosa staranno pensando i cittadini che, interessati a osservare i propri rappresentanti al Parlamento regionale, hanno sintonizzato le televisioni o i pc sullo streaming dell’Aula.
Aula che ormai è praticamente vuota, con i deputati che entrano ed escono, con gli assessori che si danno il cambio sui banchi del governo, con il presidente della Regione Crocetta che non ha passato più di un’ora (non di seguito, in Aula), con il presidente dell’Ars Ardizzone che non ha mai lasciato (unico) lo scranno.
I deputati passeggiano sul loggiato, chiacchierano in sala lettura, prendono caffè nel bar della presidenza in Sala cinese. “Quante novità in questo dibattito, eh?”, scherzano tra di loro e con i giornalisti. In effetti, come dargli torto? Il dibattito in Aula è una riproposizione di temi, accuse, appunti già sentiti e già diffusi, tramite conferenze stampa, comunicati stampa, interviste, incontri pubblici.
I primi delusi da tutto ciò sono proprio i parlamentari del Movimento 5 Stelle, che questa mozione hanno firmato, proposto, voluto. “Perché l’ha comandato Grillo”, attacca il segretario del Partito democratico, Giuseppe Lupo. “Noi non ci facciamo comandare da nessuno – risponde il deputato Angela Foti. – Questa mozione di sfiducia ce l’hanno chiesta i cittadini”. Ma non era certamente questo dibattito fiume privo di contenuti che si aspettavano i grillini. Si aspettavano probabilmente una scossa, una presa di consapevolezza da parte dell’opposizione o del Governo. “Quanta retorica inutile”, si lamentano invece alcuni Cinquestelle nei corridoi.
Chissà, magari la prossima volta ci penseranno due volte prima di presentare una mozione di sfiducia. “Perchè le cose non cambiano – dice una parlamentare regionale del Movimento 5 Stelle in corridoio parlando con una collega. – Le poltrone contano sempre più di tutto il resto”. E alla prossima tornata elettorale le poltrone in palio saranno 70, e non 90. Un monito che nessun parlamentare fa l’errore di sottovalutare.