Flavio Tosi, sindaco della città di Verona, è stato ospite di Confindustria Palermo per il primo di una serie di confronti tra gli industriali della città siciliana e i sindaci di alcune delle maggiori città italiane. “Confrontarsi è fondamentale per crescere”, ha detto il presidente dell’unione degli industriali di Palermo, Alessandro Albanese. “Attraverso il racconto delle esperienze degli altri troveremo gli spunti per diventare più grandi e più forti”.
Proprio a Palermo, dunque, città del Sud, della “Terronia” tanto contestata dalla popolazione leghista, Tosi è venuto a presentare il proprio movimento “Nuova repubblica” e la propria candidatura per le primarie del centrodestra. “A Palermo perché sono sempre stato convinto che il Paese o si salva tutto unito o non ci sono possibilità di salvarlo. Ciò non toglie che si possa parlare di riforma federale, una cosa che i cittadini sono in grado di comprendere”.
A chi gli chiede un parere sulle amministrazioni locali in Sicilia, Tosi risponde: “La vittoria di Crocetta e i tanti voti al Movimento 5 Stelle sono segnali della volontà di cambiare in Sicilia. Segnali della volontà di lasciarsi alle spalle le esperienze di malapolitica che l’hanno afflitta e che purtroppo negli ultimi anni sono state caratterizzate da amministrazioni di centrodestra”.
Tosi ha raccontato della propria esperienza come amministratore di Verona: “Amo fare il sindaco – ha detto – e i tuoi cittadini questo lo sentono: anche se sbagli qualcosa, ti capiscono e non ti condannano”.
Veneto e Sicilia hanno più o meno gli stessi abitanti quindi i confronti tra le due regioni per un’analisi della qualità delle amministrazioni locali sono facilmente comprensibili e la Sicilia non ne esce “pulita”. Sono moltissimi gli sprechi di denaro pubblico nell’Isola. “La Sicilia paga il dazio di scelte politiche assolutamente fallimentari. La Sicilia è una regione che potenzialmente potrebbe essere una delle più floride d’Italia. È questo che fa rabbia”. Questa affermazione strappa un applauso alla platea di imprenditori e il presidente di Confindustria scherza: “O noi stiamo diventando leghisti, o Tosi sta diventando confindustriale”.