Una giovane donna, originaria della Costa D’Avorio, ha ucciso a colpi di forbici il figlio di soli tre anni. Il piccolo è arrivato in condizioni disperate all’ospedale Manzoni di Lecco dove è spirato poco più tardi. Il tutto è avvenuto intorno alle tre del mattino nella frazione Noveglio di Abbadia Lariana. Dalle prime ricostruzioni di forze dell’ordine e dei vicini la donna, in preda a un raptus, si è accanita contro il bambino colpendolo con un paio di forbici.
La 25enne Alisha Coulibaly, questo il nome della giovane, sposata con un italiano, Stefano Imberti, aveva da poco avuto un’altra figlia, nata un anno fa. Si è quindi ipotizzato che alla base del gesto folle ci sia stata una depressione seguita a stress post partum. I vicini hanno raccontato di aver sentito urla forsennate nel cuore della notte e di aver visto anche diversi oggetti venire scagliati dall’abitazione della coppia. In seguito il padre è uscito con il piccolo Nicolò, questo il nome del bambino, cercando disperatamente aiuto. Una vicina ha anche raccontato di averlo trovato in ginocchio con il piccolo fra le braccia. La corsa in ospedale non è riuscita ad evitare il decesso del piccolo. Cinque chirurghi hanno operato contemporaneamente sul corpicino straziato ma è risultata troppo grave la lesione cardiaca subita dal piccino, colpito al cuore dai fendenti inferti dalla donna.
La madre è stata quindi arrestata dai carabinieri di Lecco, coordinati dal pm Cinzia Citterio. A stabilire le vere cause che hanno portato all’omicidio saranno le perizie che disporrà la Procura di Lecco. Sempre i vicini descrivono Alisha come una ragazza assolutamente in gamba, molto educata, gentile, tranquillissima. Mai un litigio nei quattro anni in cui Stefano, idraulico di professione, era arrivato in quella casa con la sua seconda moglie. Una tragedia che ha sconvolto il paesino che si affaccia sulla sponda lecchese del Lago di Como e che confina con Lecco. Il sindaco Cristina Bartesaghi preferisce non rilasciare dichiarazioni. La casa di via Giordanoni è ora sotto sequestro mentre la piccola Sara è stata affidata ad una zia.