La prima bozza della legge di stabilità è stata definita e da oggi partirà l’iter parlamentare che dovrebbe portare all’approvazione del testo definitivo entro la fine dell’anno. La manovra prevede interventi per 27,3 miliardi di euro nel prossimo triennio 2014-2016. Nel 2014 saranno 11,6 e il totale verrà suddiviso in questa maniera: 14,6 miliardi nel triennio per sgravi fiscali (rispettivamente 9 per le famiglie e 5,6 per le imprese); i 3,7 miliardi del 2014 sono destinati per 2,5 miliardi alle famiglie (1,5 riguardano l’Irpef) e per 1,2 miliardi alle imprese; 11,2 miliardi nel triennio per azioni sociali, progetti di investimento, impegni internazionali, di cui 6,2 in conto capitale; per il 2014 si prevedono 6,4 miliardi; 1,5 miliardi per investimenti a livello locale e la restituzione di debiti commerciali di parte capitale.
Due gli obiettivi principali che si pone questa manovra: l’inversione di tendenza del debito pubblico e il contenimento del deficit nell’ambito degli obiettivi comunitari. Solo nei prossimi 12 mesi verranno reperite risorse per 3,5 miliardi da tagli alle spesa, per 1,9 miliardi da interventi fiscali privi di effetti depressivi sull’economia, per 3,2 miliardi da dismissioni, rivalutazioni, cespiti e partecipazioni, trattamento perdite.
Tra i principali punti della legge abbiamo la riduzione dell’Irpef per i lavoratori dipendenti con reddito lordo annuo tra 8.001 e 15.000 euro e per i lavoratori con reddito lordo annuo tra i 15.001 e i 55.000 euro annui. Ad esempio, per i lavoratori con reddito lordo annuo tra i 15.001 e i 20.000 euro è previsto uno sgravio fiscale di 152 euro.
Prorogato il contributo di solidarietà del 3 per cento sui redditi alti, oltre 300 mila euro.
Tagliati i costi alle imprese per 1,2 miliardi di euro attraverso la deduzione dell’Irap fino a un massimo di 15 mila euro per tutti i nuovi assunti a tempo indeterminato a partire dal 2014. L’unica clausola prevede che i nuovi dipendenti vadano ad aumentare la media dell’organico aziendale. Insomma, non si applica nel caso in cui si tratti di lavoratori già presenti all’interno dell’impresa.
Stanziato un altro miliardo di euro per la riduzione dei contributi Inail versati dalle aziende e restituzione del contributo addizionale Aspi in caso di trasformazione del rapporto di lavoro da determinato a indeterminato.
Situazione esodati: altri seimila lavoratori saranno ammessi al pensionamento con le vecchie regole.
Rifinanziato il fondo di garanzia per le piccole e medie imprese. La cifra destinata al fondo è di 1,8 miliardi di euro. Questo consentirà di attivare nuove risorse per circa 27 miliardi di euro.
L’Iva per le imprese sociali rimane al 4 per cento. Inzialmente si era pensato ad un aumento al 10 per l’aliquota riservata ad asili, assistenza domiciliare, centri per disabili e così via. Ma con il successivo stanziamento di 130 milioni di euro si è riusciti a lasciare tutto invariato.
La nuova Service Tax riorganizza completamente il sistema di tassazione locale. Arriva la TRISE, la tassa sui servizi comunali che a sua volta sarà composta da TARI e TASI. La tassa per il servizio di raccolta dei rifiuti si chiamerà TARI e verrà calcolata in base ai metri quadrati o alla quantità di rifiuti prodotti. A versarla sarà colui che occupa l’immobile. Ecco poi la tassa sui servizi indivisibili, la TASI, calcolata sul valore catastale e pagata dai proprietari. Nel caso di immobile affittato il contributo del proprietario inciderà tra il 10 e il 30 per cento. L’aliquota varierà da un minimo dell’1 per mille a un massimo del 2,5 per mille.