Via libera dell’Assemblea dei soci di Alitalia all’aumento di capitale da 300 milioni di euro. La decisione, approvata all’unanimità, è arrivata al termine della seduta fiume che si è svolta nel ‘palazzo di vetro’ dell’aeroporto Leonardo Da Vinci di Fiumicino a Roma. I soci avranno adesso 30 giorni di tempo, a partire dal 16 ottobre, per sottoscrivere le azioni di nuova emissione, in proporzione alla quota di capitale posseduta.
Rimane, comunque da chiarire se, e nel caso a quali condizioni, il gruppo Air France-Klm sottoscriverà la propria quota dell’aumento di capitale valutata in 75 milioni. D’altronde, il gruppo franco-olandese ha un mese di tempo per decidere. Come è noto, il gruppo franco-olandese chiede un nuovo piano industriale – con un ridimensionamento di rotte, organico e flotta – la ristrutturazione del debito e un chiarimento sull’attuale valore dell’azienda che è un dato rilevante nella composizione del nuovo assetto azionario. Certo è che, dopo tredici ore di trattativa (la riunione di tre ore del Consiglio di Amministrazione e dieci ore di assemblea), gli azionisti italiani e il gruppo d’oltralpe dovrebbero aver raggiunto un accordo di massima. Un’intesa che, nell’arco di un mese, deve prendere corpo per definire un nuovo piano industriale, il nuovo assetto azionario, la futura governance e, molto probabilmente, anche un nuovo management. L’amministratore delegato di Poste Italiane, Massimo Sarmi, secondo quanto si apprende, volerà oggi a Parigi. Il numero uno delle Poste dovrebbe incontrare il ceo di Air France-Klm, Alexandre de Juniac.
Intanto, i membri del Consiglio di amministrazione dell’Alitalia, in vista del mutamento dell’assetto proprietario dopo l’aumento di capitale “hanno manifestato – si legge in una nota – l’intenzione di rassegnare le loro irrevocabili dimissioni dalla carica con effetto dalla data dell’assemblea che sarà convocata subito dopo l’esecuzione dell’aumento di capitale”.
Ma l’accordo Alitalia-Poste raggiunto per salvare a compagnia aerea italiana non piace all’Iag, l’International Airlines Group, di cui fanno parte British Airways, Iberia e Vueling. Il gruppo ha attaccato l’intesa affermando che l’intervento in Alitalia è “illegale” perchè rappresenta un aiuto di Stato. Ha chiesto dunque un intervento della Commissione europea. “Ci siamo sempre opposti agli aiuti di Stato. Si tratta di protezionismo che mina la competizione e favorisce il fallimento delle aviolinee che non hanno il controllo della realtà economica”, spiega un portavoce della Iag, la terza maggior compagnia europea per valore di mercato.
Immediata la reazione della Commissione europea che, attraverso Antoine Colombani, portavoce della Commissione per le politiche competitive, ha fatto sapere che valuterà se il piano di salvataggio di Alitalia sia conforme alle regole Ue. La Commissione europea ha chiesto all’Italia di notificare il piano di salvataggio da 500 milioni di euro della compagnia aerea alle autorità europee che dovranno valutare se le misure siano allineate alle regole Ue. “Solo dopo aver ricevuto la notifica del piano potremo valutare la sua compatibilità con le regole sugli aiuti di stato”.
“Il governo non dà aiuti di Stato. Abbiamo solo favorito l’incontro tra privati”, ha detto il ministro per i Trasporti, Maurizio Lupi. British Airways, ha aggiunto, “ha tutto il diritto di protestare, difende i suoi interessi. È la dimostrazione che il fallimento di Alitalia aprirebbe il mercato ad altre compagnie”. “Abbiamo detto ai privati, soci di Alitalia, di continuare a credere nel progetto. Poste – ha concluso Lupi – prenderanno il 10-11% della compagnia. Tra le due società ci sono sinergie industriali”.