Aumento dell’Iva. Come cambia l’imposta e cosa pagheremo di più

di Redazione

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Aumento dell’Iva. Come cambia l’imposta e cosa pagheremo di più

| martedì 01 Ottobre 2013 - 09:03

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L’aumento dell’Iva potrebbe generare un gettito di 4,2 miliardi di euro. Sì. Ma questo è un risultato che potrebbe rivelarsi vero solo nel caso in cui i consumi non dovessero diminuire. La crisi economica, il calo dei consumi e l’aumento dei prezzi, potrebbe quindi influire in modo negativo sul gettito previsto dall’aumento dell’Iva. Ma chi ha aumentato l’Imposta sul valore aggiunto? Non è stato Letta, l’Iva non è uguale per tutti i prodotti e l’aliquota sui libri è la più bassa d’Europa, ma non quella per gli e-book. Andiamo con ordine

 

PALERMO, 1 OTTOBRE 2013 – L’aumento dell’Iva è scattato questa mattina. L’aliquota più alta passa così dal 21 al 22 per cento. Il governo Letta come ha inciso su questa decisione. In nessun modo. Ma in realtà non avrebbe potuto fare niente di diverso da quello che ha tentato: un rinvio di tre mesi. Il motivo è spiegato tra le pagine dei giornali che il 16 settembre 2011 riportavano la decisione dell’ultimo governo Berlusconi di fare un primo aggiustamento verso l’alto dell’imposta dal 20 al 21 percento, prevedendone poi uno del 22 per cento. Il motivo lo ricorderete tutti: bisognava evitare il tracollo finanziare ed era necessario convincere l’Europa che eravamo “affidabili”.

 

Il governo delle larghe intese negli ultimi mesi ha tentato di rinviare questo aumento, ma le risorse finanziarie richieste erano di quasi un miliardo di euro e l’operazione di Letta è fallita. Forse anche per la crisi che ha investito l’ esecutivo negli ultimi giorni, ma Letta non ha trovato le risorse per scongiurare l’aumento.

 

Cosa costerà di più adesso?

 

L’Iva. Proviamo a fare chiarezza su come funziona e quali sono le diverse aliquote. L’imposta sul valore aggiunto, o imposta sui consumi, è applicata in tutte le transazioni di servizi e beni. Queste però non sono tutte uguali. Infatti è previsto dal nostro sistema l’applicazione di differenti aliquote, quote percentuali sul totale, per i diversi beni. La più diffusa, quella ordinaria, che per molti anni siamo stati abituati a considerare quasi come fissa al 20% è quella più diffusa con oltre il 60% del valore degli acquisti complessivi.

 

Aliquota ordinaria e le altre aliquote

 

L’aliquota ordinaria, oggi al 22 per cento, si applica alle tecnologie di consumo come smartphone e tablet, automobili, vino e alcolici, mobili ed elettrodomestici. Esistono poi un’aliquota al 4 e una al 10 per cento. Il motivo di questa differenza tra le diverse aliquote risiede nell’intenzione originale dello Stato di mantenere basi i prezzi di alcuni beni di prima necessità e largo consumo. Al 4 per cento troviamo pane, olio. riso, occhiali, pasta, quotidiani, la mensa della scuola dell’obbligo e altri beni e servizi fondamentali. Anche sui libri, nonostante l’Europa abbia stabilito come aliquota minima il 5 per cento, è applicata l’Iva al 4 per cento.

 

Aumenteranno anche le tariffe degli artigiani, dei professionisti e la benzina avrà un aumento di 1,5 centesimi al litro. L’imposta al 10 per cento invece si applica a beni e servizi come: fornitura elettrica e la carne., ristrutturazioni edili, fornitura dell’acqua, prodotti farmaceutici compresi quelli omeopatici, il trasporto aereo, cinema, i concerti e il teatro.

 

Twitter: @Bradipale

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