Si riapre con un nuovo processo di appello il caso di Meredith Kercher, studentessa americana uccisa a Perugia la sera del 1 novembre 2007: oltre l’omicidio, un vero e proprio caso mediatico, che ha visto (e continua a vedere) protagonisti Amanda Knox e Raffaele Sollecito, fidanzati ai tempi del delitto, nuovamente accusati di essere colpevoli.
ROMA, 30 SETTEMBRE 2013 – La riapertura del processo arriva in seguito all’annullamento, da parte della Corte di Cassazione, della sentenza di assoluzione dei giudici di secondo grado di Perugia: adesso tutto si sposta presso la Corte d’Appello di Firenze. Tante le udienze già fissate, per un procedimento che potrebbe durare fino a fine d’anno e che punta molto sul riesame di alcune prove.
Proprio oggi, per la prima udienza, Amanda Knox e Raffaele Sollecito non saranno presenti: lei ha deciso di rimanere a Seattle, la sua città, mentre lui è da giorni a Santo Domingo. Amanda ha fatto sapere di non avere intenzione di sedersi al banco degli imputati, dichiarando di non voler tornare in un paese in cui è rimasta in carcere da innocente. Raffaele, invece, è ospite da settimane da un amico, a Santo Domingo, e sta cercando lavoro come ingegnere informatico: il padre, Francesco Sollecito, ha dichiarato che alle prossime udienze sarà presente.
Altri assenti, i familiari di Meredith, che hanno chiesto ad Amanda di tenersi lontana persino dalla tomba della ragazza. Secondo i giudici di primo grado l’omicidio nacque in contesto di “violenza ed erotismo”: ad inchiodare Amanda e Raffaele, un falso alibi, tracce biologiche e alcuni tabulati telefonici. Adesso si torna ad analizzare le prove, per un’analisi che potrebbe portare ad una conclusione diversa: per i giudici della Cassazione, la sentenza di assoluzione va annullata per i “molteplici profili evidenziati di manchevolezze, contraddittorietà ed illogicità manifesta”.