PALERMO, 25 SETTEMBRE 2013 – Si conoscono bene, Palermo e Giuseppe Iachini. Sono a conoscenza delle reciproche diversità, ma soprattutto di ciò che li accomuna, a partire da quella voglia di non mollare mai. E proprio così si presenta ai suoi nuovi-vecchi tifosi il neo-tecnico rosanero a distanza di 17 anni da quell’addio dopo due anni splendidi in rosanero da tuttofare del centrocampo.
Lo ricorda lui stesso in principio di presentazione, affiancato dal vice-presidente Guglielmo Micciché, e dal direttore sportivo, Giorgio Perinetti: “A Palermo sono stato benissimo da giocatore e spero di vivere un’altra bella pagina della mia carriera, stavolta da allenatore. Scendo in serie B per un progetto importante – mette subito in chiaro Iachini -. Vogliamo tornare in serie A il più presto possibile”. E per farlo la ricetta, secondo il neo-mister, è una sola: “Una promozione bisogna sudarsela. Non basta il nome per tornare in A ma dobbiamo meritarla sul campo. Servono fatica, sudore, organizzazione, condizione e intensità. Il calcio in generale, e la serie B in particolare, necessitano di questo. Noi saremo pronti e consapevoli nel fare tutto ciò che serve per costruire questa promozione”.
In fondo lo stesso Iachini ha vissuto analoghe situazioni in passato. Arriva con la fama di allenatore abituato alle promozioni, e non ne fa mistero: “La situazione è simile a quella vissuta col Chievo nella stagione 2007/08, dal punto di vista morale, con i gialloblu retrocessi dopo aver fatto i preliminari di Champions l’anno prima”. Ma le analogie con la stagione in corso non si fermano qui: “Anche con Brescia e Samp – ricorda – si era indietro in classifica, ma siamo riusciti a recuperare. Un’idea di calcio ce l’ho, ma bisogna saper valorizzare anche il parco giocatori esistente”.
E per far questo bisogna conoscere a fondo il gruppo. Iachini ne è consapevole e non lo nasconde: “Il Palermo l’ho seguito ma il gruppo bisogna conoscerlo sul campo, giorno per giorno, così da capire in fretta quale possa essere il vestito migliore per la squadra”. Ma c’è anche un altro aspetto da tenere nella dovuta considerazione: “Bisogna saper entrare anche nella testa dei ragazzi, perché inevitabilmente la retrocessione e il brutto inizio di campionato avranno lasciato qualche scoria dal punto di vista psicologico”.
Infine due battute, una sul suo predecessore, e un’altra sul presidente Zamparini: “Gattuso è una persona che stimo e presto lo chiamerò. Il nostro lavoro è fatto di successi e momenti negativi che portano le società a decisioni di questo tipo. A lui mando un abbraccio fraterno. Con il presidente, è vero, abbiamo avuto un contatto estivo ma senza seguito. Ho ritrovato il Maurizio Zamparini che conoscevo, una persona entusiasta che vuole riportare il Palermo nella categoria che merita”. Sperando che l’entusiasmo del patron non duri il tempo di qualche settimana e che dia la possibilità al nuovo tecnico di lavorare con calma.
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