NEW YORK, 15 SETTEMBRE 2013 – Dopo tre giorni di intensi colloqui tra Stati Uniti e Russia, il segretario di Stato americano, John Kerry, e il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, hanno annunciato di aver trovato un accordo sulla Siria.
Il governo siriano avrà infatti sette giorni per elencare il tipo di armi chimiche in loro possesso e i siti in cui vengono custodite e prodotte. Per novembre invece è previsto l’arrivo gli ispettori inviati dalla comunità internazionale.
L’obiettivo è quello di eliminare le armi chimiche entro la maetà del 2014.
L’entusiasmo comunque rimane cauto. Dal Pentagono fanno comunque sapere che se l’intesa diplomatica dovesse fallire, gli Stati Uniti sono “pronti ad agire”.
Il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon dovrebbe presentare domani mattina al Consiglio di Sicurezza il rapporto degli esperti Onu sull’uso di armi chimiche in Siria. E mentre la Cina ‘benedice’ l’accordo Usa-Russia che “permetterà di aprire prospettive per trovare una soluzione con mezzi pacifici”, i ribelli chiedono alla comunità internazionale di vietare al regime, oltre alle armi chimiche, anche “l’uso dell’aviazione e dei missili balistici contro le zone abitate”.