“Effetto Siria” sui prezzi della benzina: carburante oltre il tetto dei due euro

di Redazione

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“Effetto Siria” sui prezzi della benzina: carburante oltre il tetto dei due euro

| lunedì 02 Settembre 2013 - 18:34

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PALERMO, 3 SETTEMBRE 2013 – I prezzi della benzina sono saliti ancora. In alcune città d’Italia il carburante ha sforato il tetto dei due euro a litro. Si parla di “effetto Siria”, ma il sospetto che ancora una volta si tratti piuttosto di un “effetto cartello” esiste. E a pagarne le spese sono come sempre i consumatori.

 

“È già successo – spiega Alessandro Palmigiano, avvocato esperto in tutela dei consumatori – che importanti compagnie petrolifere venissero condannate dai tribunali internazionali per aver ostacolato la libera concorrenza del mercato, poiché si erano accordate con le altre aziende del settore così da far lievitare i prezzi”.

 

Il petrolio fa rotta verso i 110 dollari al barile e i petrolieri agiscono sul prezzo dei carburanti. E gli aumenti-fotocopia dei prezzi al consumo sono un segnale da non sottovalutare per capire cosa c’è veramente dietro ai rincari. Anche stavolta, per esempio, alla prima mossa dell’Eni, che la settimana scorsa ha aumentato il carburante di 0,8 centesimi di euro al litro, sono seguiti aumenti identici o quantomeno simili di molte altre compagnie, come Total Erg e Ip, mettendo a segno quello che è ormai il quarto aumento consecutivo soltanto nel 2013.

 

Ormai i consumatori non sono nemmeno più sensibili ai tabelloni con i prezzi dei carburanti esposti fuori dalle pompe di benzina. Sanno che certamente non troveranno prezzi più bassi: tanto velocemente il prezzo sale – basta l’avvisaglia di un possibile, ma ancora eventuale, conflitto in Siria, a quanto pare – tanto più lentamente il prezzo scende.

 

Ma i petrolieri si difendono. “Eventuali punte di prezzo rilevate in singole realtà locali – afferma in una nota l’Unione petrolifera italiana – non possono essere considerate rappresentative del mercato nazionale. Il prezzo medio nazionale stimato sulla base dei dati rilevati dal Ministero dello Sviluppo Economico è infatti attualmente intorno a 1,780 euro/litro per la benzina e 1,670 euro/litro per il gasolio”.

 

Prezzi che ovviamente i consumatori non riconosceranno, poiché abituati a pagare di più. Una “tassa” che troppo spesso non si può evitare, perché la macchina rimane per gli italiani il mezzo di locomozione più diffuso.

 

“I consumatori pagano in più di tasca loro tre volte – chiarisce Benedetto Romano, presidente di Adiconsum Palermo – perché innanzitutto pagano la benzina. Poi, pagano più care le derrate alimentari, i cui prezzi lievitano a causa del trasporto via terra. Infine, pagano l’Iva sull’aumento del prezzo. Una situazione certamente insostenibile in un periodo in cui la povertà sta aumentando in tutto il territorio nazionale”.

 

“Inoltre – conclude Romano – come spiegare a un impiegato o un operaio che sta facendo la fila dal benzinaio con la propria auto, magari un vecchissimo modello, che il tipo con il macchinone davanti paga tanto quanto lui? Il principio della progressività del sistema di tassazione, previsto dall’articolo 53 della Costituzione, va a farsi benedire”.

 

 

Twitter: @MT_Camarda

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