PALERMO, 23 LUGLIO 2013 – Avrebbe intrattenuto rapporti omosessuali a pagamento con minorenni: con questa accusa i carabinieri di Palermo hanno arrestato don Aldo Nuvola, sacerdote già condannato per fatti analoghi.
Ex parroco della chiesa Regina Pacis ed ex insegnante di religione del liceo classico Umberto I di Palermo, poco più di un anno fa il sacerdote era stato condannato ad un anno e mezzo di carcere di carcere – pena sospesa – per avere offerto soldi a un diciassettenne in cambio di una prestazione sessuale.
Il nome di don Nuvola, 49 anni, è emerso nel corso delle indagini per l’omicidio di Massimo Pandolfo, ucciso lo scorso 24 aprile e il cui corpo fu trovato nei pressi del Teatro del Sole, ad Acqua dei Corsari. L’attenzione degli inquirenti si era subito concentrata sugli ambienti della prostituzione omosessuale. Per l’omicidio è già stato arrestato un minorenne, altre tre persone sono indagate per avere partecipato al pestaggio. E proprio dall’esame dei tabulati del telefono del minore sarebbe emerso un fitto scambio di telefonate e di messaggi con don Nuvola. Scambio che, dicono gli inquirenti, sarebbe avvenuto anche poche ore dopo l’omicidio Pandolfo.
Il sospetto che si fa strada è che padre Nuvola possa avere aiutato il giovane che ha confessato l’omicidio. Una telefonata di sei minuti, appena 16 minuti dopo l’omicidio, risulta dai tabulati del cellulare del diciassettenne con cui il sacerdote si intratteneva sessualmente in cambio di soldi. A confessare i suoi rapporti con il prete è stato il minorenne che avrebbe raccontato ai pm di essersi confidato con lui e di avergli raccontato di quanto era accaduto. Il ragazzo, secondo quanto accertato, era in uno stato di soggezione psicologica rispetto al prete.
Un giro di prostituzione minorile, quello emerso nel corso delle indagini coordinate dal procuratore aggiunto Maurizio Scalia e dai sostituti procuratori Geri Ferrara e Diana Russo: fra i clienti più assidui ci sarebbe stato proprio il sacerdote. Don Nuvola, condannato in primo grado per ripetuti approcci sessuali nei confronti di un diciassettenne e pregiudicato per “atti osceni” dopo essere stato scoperto in macchina in atteggiamenti intimi con un altro uomo, avrebbe adescato giovani di ambienti degradati, disposti a “vendersi” per 20-30 euro, per qualche ricarica telefonica, per cibo e bevande.
I rapporti sarebbero stati consumati in macchina o nell’abitazione del prete. In alcune occasioni il sacerdote, che gravitava in orari notturni nelle zone più frequentate dai giovani, avrebbe abbordato per strada minori che si prostituivano o semplicemnte disposti a prestazioni sessuali a pagamento. Giovani tutti affascinati dal carisma del prete, dalla sua figura e dal suo modo di proporsi. Il sacerdote è stato rinchiuso adesso nel carcere del Pagliarelli.
E circolano le prime indiscrezioni sulle intercettazioni che avrebbero incastrato don Nuvola. Parole choc quelle del prete che confida voglie, che parla di soldi e di appuntamenti. Parole esplicite, non usa mezzi termini don Nuvola, come emerge dalla trascrizione delle intercettazioni: “Che gli sembra che le persone sono tutte Berlusconi che gli danno 1.000 euro e 500 euro per una marchetta, – si sfogava con uno dei minorenni criticando le pretese eccessive di un altro abituale frequentatore – gli devono dare 100 euro senza fare un c… ma tu lo sai quanto… quanto mi danno a me per un funerale?… un funerale dura un’ora… la predica, tutto sistemato, piripì, piripì…io sono laureato, ho due lauree…al celebrante, la persona più importante, quello che fa il funerale danno 20 euro”. Altri stralci sono ancora più espliciti, racconti chiari del prete e dei suoi rapporti.
Il prete sarà interrogato domani alle 10 in carcere dal pm Geri Ferrara, assistito dagli avvocati Nino Caleca, Marcello Montalbano e Mario Zito.
Nessuna dichiarazione ufficiale dalla Curia che fa sapere soltanto che don Nuola, anche se condannato, non era stato sospeso a divinis: sebbene non avesse più una parrocchia di riferimento – spiegano -, il prete continuava a celebrare messa. Domani l’arcivescovo Paolo Romeo, di ritorno dal pellegrinaggio a Gerusalemme, renderà nota la sua posizione.