PALERMO, 14 LUGLIO 2013 – Il Tribunale Civile di Palermo ha condannato il Ministero della salute che dovrà risarcire con 200 mila euro un imprenditore agrigentino e alla moglie a causa di una trasfusione effettuata con sangue infetto, dalla quale l’uomo ha contratto l’epatite C.
L’uomo, P.S., 40 anni, affetto da emofilia, una grave malattia del sangue che costringe ad assumere continuamente farmaci salva vita derivati dal plasma umano, ha contratto la malattia per colpa di uno di questi farmaci che era infetto.
Dopo un lungo procedimento civile la condanna sancisce la piena responsabilità dello Stato italiano per la malattia dell’imprenditore agrigentino, difeso dagli avvocati palermitani Ermanno Zancla e Chiara Carlozzo, ma anche, e questa è una novità, per la moglie, a causa dei patimenti subiti dalla malattia del coniuge.
Questa è l’ennesima condanna in Sicilia che, insieme alla Sardegna, è la regione con la più alta percentuale di malati di epatite di HIV a causa di trasfusioni e somministrazione di emoderivati infetti. “Si tratta dell’ennesimo capitolo – ha dichiarato l’avvocato Zancla – non solo di una tragedia umana ma di una vera e propria epidemia di stato mai dichiarata ufficialmente, con la quale il nostro Paese dovrà prima o poi fare seriamente i conti”.