PALERMO, 20 MARZO 2013 – Adesso è ufficiale: le Province in Sicilia non esisteranno più. L’Assemblea regionale siciliana nella seduta di questo pomeriggio ha, infatti, approvato in via definitiva il disegno di legge che le abolisce e le sostituisce con i liberi consorzi di Comuni. “Una legge che esalta il nostro Statuto e la nostra autonomia”, ha detto il governatore Crocetta.
Una vittoria della maggioranza che sostiene il presidente della Regione, Rosario Crocetta, sostenuta, con la formula del “modello sicilia”, anche dai quindici deputati del Movimento 5 Stelle. 51 i parlamentari che hanno votato sì all’abolizione delle Province, 22 i contrari, un astenuto.
La Sicilia è la prima regione in Italia ad abolire le Province, con un risparmio, secondo le dichiarazioni del governatore Crocetta, che si aggirerà intorno ai cento milioni di euro.
La legge approvata istituisce i liberi Consorzi di Comuni, organi di secondo livello con vertici eletti dai sindaci e non direttamente dai cittadini.
“Una legge che restituisce un sogno ai siciliani. Mi sorprende – ha detto Rosario Crocetta chiudendo il dibattito in Sala d’Ercole prima della votazione finale del disegno di legge – che gli autonomisti non sostengano questo provvedimento, che ci consente di far valere il nostro Statuto. E perchè, poi, parlare dempre del Commissario dello Stato? Il parlamento si ‘svende’ così a chi, stando allo Statuto, non ha alcun potere su di noi”.
La votazione finale in Aula è stata preceduta da un acceso, e molto lungo (34 i parlamentari intervenuti), dibattito sulle dichiarazioni di voto. Soddisfatti ed esultanti i parlamentari regionali del Partito democratico – principale alleato, insieme all’Udc, del presidente della Regione, Rosario Crocetta – e del Movimento 5 Stelle.
“Questa è una legge storica – ha detto Giuseppe Lupo, segretario regionale del Pd – una legge che dà forza all’autonomia della Sicilia. E i Consorzi rafforzeranno l’autonomia dei Comuni e la democrazia partecipata”.
“La Sicilia – ha detto Antonello Cracolici, ex capogruppo all’Ars del Partito democratico – aveva assolutamente bisogno di questa riforma. Nulla sarà più come prima. È il primo passo per smantellare questa Regione. Il governo Crocetta avrà vita finché si misurerà sul campo delle riforme vere”.
“Siamo fieri di approvare questa riforma – ha detto il portavoce dei “grillini”, Francesco Cappello – che è davvero storica”. E, parlando dei debiti contratti dalle Province, per cui ancora non è chiaro il modo in cui verranno ripianati, propone: “Perchè non li pagano direttamente gli ex amministratori? Perchè – chiede cappello – devono sempre pagare i cittadini che non c’entrano niente?”.
E stupisce tutti Giancarlo Cancelleri, capogruppo del Movimento 5 Stelle, che dal pulpito elenca una serie di motivazioni per cui è necessario abolire le Province, salvo poi svelare che il programma che sta leggendo sul tablet non è quello del movimento di Beppe Grillo, bensì quello del Pdl per le elezioni nazionali. “Lo stesso Pdl che qui – sottolinea Cancelleri – sta ostacolando il percorso di questa riforma. Voglio proprio vedere cosà farà in Senato, quel nostro collega (Francesco Scoma, n.d.r.) che oggi è qui, ma che presto dovrà votare a Palazzo Madama un provvedimento che il suo stesso partito ha inserito nel proprio programma”.
Duri i toni dell’opposizione. A cominciare dal capogruppo della Lista Musumeci, Santi Formica, che ha accusato il Movimento 5 Stelle di essere parte integrante della maggioranza di Crocetta. “In quest’Aula – ha detto Formica – il Movimento 5 Stelle è stato organico a questa maggioranza, a cominciare dalla spartizione delle poltrone per la presidenza. I grillini la smettano di definirsi ‘opposizione’: fanno parte della maggioranza, e non capisco perché si vergognino ad ammetterlo”
“Questa legge è un bluff – tuona dal pulpito Nello Musumeci, avversario dell’attuale governatore Crocetta alle scorse elezioni regionali e oggi parlamentare della Lista Musumeci all’Ars – una truffa. Si toglie ai cittadini il diritto di votare. Crocetta è un eroe? Foucalt diceva che gli eroi rimangono tali finchè non li si conosce da vicino. Quindi i siciliani scopriranno presto se Crocetta è veramente un eroe”.
Attacchi sono arrivati anche dai due partiti autonomisti di Palazzo dei normanni, Partito dei siciliani-Mpa e Grande Sud. “Una pagina nera della nostra storia. Le Province – ha detto Giovanni Lo Sciuto, del Pds-Mpa – appartengono al patrimonio storico della Sicilia”. E Bernardette Grasso, del partito di Gianfranco Miccichè, aggiunge: “Prima di parlare della riforma degli enti periferici, dovremmo pensare a snellire la Regione”.
“Una pagina di cabaret di terz’ordine – ha detto, invece, il deputato del Popolo della libertà, Giorgio Assenza – per una legge in cui c’è solo demagogia e che potrebbe essere intestata a Giletti-Crocetta-Cancelleri”.
“L’Ars non può operare contro la Costituzione – ha contestato Vincenzo Vinciullo, del Pdl – che prevede le Regione, le Province e i Comuni. Non certo i Consorzi. Il Commissario dello stato non potrà che impugnare quella norma”.
Tranchant, Salvino Caputo, di Fratelli d’Italia: “La norma verrà falcidiata dal Commissario dello Stato. E per questa norma inutile è stata bloccata l’Aula per giorni e giorni”.
E proprio al Commissario dello Stato, Carmelo Aronica, si rivolgerà l’Unione regionale delle Province siciliane, guidata dal presidente della Provincia di Palermo, Giovanni Avanti, per segnalare gli elementi di incostituzionalità di questa legge.
Mentre l’ex presidente dell’Unione delle Province italiane, Giuseppe Castiglione, coordinatore regionale del Popolo delle libertà, sfida il governatore Crocetta a dimostrare che le nomine per i consorzi non risponderanno a logiche di lottizzazione.
“Le Province sono il simbolo da sacrificare all’altare dell’antipolitica, nell’illusione di placare l’insofferenza dei cittadini, ma non è per questa via che si taglia la spesa pubblica. L’unica novità è che è stata definitivamente suggellata la maggioranza politica tra Crocetta e i grillini. Il primo banco di prova – dice Castiglione – sarà la nomina dei commissari. Chissà se sapranno garantire autorevolezza e indipendenza o sarà una lottizzazione dei partiti. Con il disegno di legge ‘Crocetta’, che stabilisce che il territorio dei liberi consorzi debba comprendere una popolazione di almeno 150.000 abitanti, si potrebbe potenzialmente arrivare alla nascita di 33 liberi Consorzi. Anzichè snellire le istituzioni, razionalizzando le Province, assisteremo invece a una proliferazione di enti. È evidente anche che se si deciderà di spostare il personale delle Province nella Regione o sui Comuni la spesa pubblica aumenterebbe vertiginosamente. Dispiace osservare come in tutta questa operazione ci sia molta superficialità, improvvisazione e incompetenza e, soprattutto, nessun risparmio”.
Intanto, l’effetto più immediato dell’approvazione della norma di oggi è l’annullamento delle elezioni provinciali del 26 e 27 maggio prossimi.
Preoccupati i sindacati per le ricadute occupazionali della soppressione degli enti intermedi. “Crocetta ci convochi, è urgentissimo – dice Maurizio Bernava, segretario regionale della Cisl – un provvedimento attuativo coerente che indichi modalità e tempi nei quali personale e servizi in capo alle Province dovranno essere trasferiti a Comuni e Regione”.