PALERMO, 17 FEBBRAIO 2013 – Nove milioni di euro. È quanto potrebbe costare alla Regione siciliana la ristrutturazione di un edificio, attualmente proprietà dello Stato, che dovrebbe poi essere occupato da Cosmed e Alicos, società del gruppo Almaviva, finalmente riunite sotto lo stesso tetto.
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“Abbiamo bisogno di una sede unica – dice Marco Tripi, amministratore delegato di Almaviva, una delle più grandi società di call-center d’Europa – e per questo abbiamo chiesto aiuto alla Regione”. Tra l’altro, tra meno di due settimane, scadrà l’affitto della sede di Alicos, nel “palazzo di vetro” di via Libertà, all’angolo con via Cordova (nella foto).
Periodicamente, da anni ormai, si assiste all’sos dell’azienda: “Saremo costretti a tagliare il personale, a delocalizzare”. Un allarme che ovviamente preoccupa ogni volta le istituzioni regionali, poiché si tratterebbe di una grave perdita per l’occupazione siciliana: tra Cosmed e Alicos lavorano infatti quasi sei mila persone.
Della questione è stata investita la Commissione Attività produttive dell’Assemblea regionale siciliana. “L’assessore Vancheri – racconta Salvino Caputo, vice presidente della III Commissione dell’Ars – ha proposto la ristrutturazione dell’ex sede del call-center della Telecom di via Ugo La Malfa. Ma i lavori costerebbero nove milioni di euro e gli affitti, pari a 750 mila euro l’anno non finirebbero nemmeno nelle casse della Regione bensì in quelle statali”. L’edificio di 17 mila metri quadrati fa parte, infatti, del patrimonio dell’Agenzia per i beni confiscati, in quanto sequestrato all’Immobiliare Strasburgo, che attualmente è in amministrazione giudiziaria. “Come potremmo giustificare ai siciliani – continua Caputo – l’aiuto al gruppo proprietario di Alicos e Cosmed, in un momento in cui ci sono molte altre imprese in difficoltà?”.
L’assessore regionale alle Attività produttive Linda Vancheri, contattata telefonicamente da Si24, ha confermato che si sta pensando a quell’edificio e che il budget necessario per la ristrutturazione sarebbe di nove milioni di euro, più due annualità da versare anticipatamente allo Stato. “Ma non c’è ancora nulla di definitivo – dice. – La settimana prossima dobbiamo incontrare l’assessore Nicolò Marino (per i Servizi di pubblica utilità, n.d.r.) e i rappresentanti dell’azienda”.
Intanto, Tripi ha affermato che “concentrare tutte le attività in un solo sito permetterebbe di conquistare le efficienze assolutamente indispensabili nell’attuale scenario economico. Capiamo – ha concluso – che le spese siano impegnative per la Regione, ma pagheremo un affitto e quindi ci aspettiamo un immobile funzionale”.