“Nessuno ci ha mai chiesto di raccontare la nostra verità. Per togliere di mezzo papà, mia madre ha cominciato a imbottirci di menzogne, cose che non erano reali, cose che mio padre non ha mai fatto e non farebbe mai”. A distanza di 15 anni dalla condanna del padre a 9 anni e 2 mesi di reclusione per abusi sessuali, due ragazzi di Brescia sono pronti a ribaltare completamente la verità emersa nel primo atto del processo.
Accusato di avere abusato dei figli allora di 9 e 12 anni, un uomo originario di Oristano potrebbe presto vedere la luce in fondo al tunnel grazie alla revisione del processo. Dalla lettura dei diari del figlio 24enne, infatti, è emerso come le accuse nei confronti del padre fossero “invenzioni dettate dalla madre”.
Il genitore si trova ancora nel carcere di massima sicurezza di Sassari. Il memoriale del 24enne e del fratello 21enne è stato acquisito agli atti. Entrambi avevano testimoniato di fronte agli inquirenti, “nell’ambito di una separazione coniugale segnata da un’accesa conflittualità tra genitori e un’aspra battaglia per l’affidamento dei figli”.
“Le indagini mediche non potevano dare certezza sull’abuso”, avevano scritto tre periti nominati ai tempi del primo processo. “Agli atti ci sono solo le dichiarazioni di due bambini e nessun’altra prova contro mio padre”, ci tengono a ribadire i figli, pentiti dopo 15 lunghissimi anni di complice silenzio.