Erano stati arrestati dalla Digos nel 2011 perché accusati di addestramento al terrorismo, ma per la giustizia italiana adesso Brahim Garouan, suo padre Mohammed, imam di Sellia Marina (Catanzaro) e Younes Dahhaki non erano terroristi, tanto che, oltre all’assoluzione nel processo penale, adesso riceveranno il risarcimento per ingiusta detenzione di circa 180 mila euro.
Tutti e tre, però, sono partiti in Siria per combattere a fianco dell’esercito di Assad e uno di loro, Brahim Garouan, è morto lo scorso aprile durante uno scontro. La notizia è stata riportata da “Il Quotidiano della Calabria”: i tre erano stati trovati in possesso di video in cui veniva spiegato ai futuri jihadisti come fabbricare ad esempio una cintura esplosiva, o come diventare un bravo cecchino.
Ma in Cassazione le accuse non ressero in quanto, per la Suprema Corte, “il terrorismo virtuale, fatto di manuale e corsi di formazione, non è reato”: dopo 8 mesi e 8 giorni di reclusione, i tre furono dunque scarcerati e fuggirono nuovamente in Marocco. Il denaro del risarcimento potrebbe ora andare alla loro famiglia.