La notizia rimbalza da Bruxelles dove la commissaria Ue alla giustizia, Viviane Reding, è stata chiara e ha messo un punto alle infinite disquisizioni che in questi giorni animano parte del dibattito politico italiano. Si parla della volontà espressa da Silvio Berlusconi di guidare le liste di Forza Italia nelle cinque circoscrizioni italiane per la corsa al parlamento europeo. “Le norme Ue sono molto chiare”, ha detto la Reding rispondendo ai giornalisti che le chiedevano un commento sulla possibile candidatura del senatore decaduto lo scorso novembre.
E le regole europee, nel corso di una plenaria a Strasburgo, hanno ribadito lo scorso 23 ottobre, in una raccomandazione contenuta nel testo delle conclusione della commissione speciale antimafia, che “devono essere ineleggibili al Parlamento europeo e nell’impossibilità di prestare servizio nelle istituzioni e negli altri organi dell’Unione non solo i condannati in via definitiva per reati di criminalità organizzata e riciclaggio, ma anche quelli per corruzione ed altri reati gravi, anche di natura economica e finanziaria”.
Berlusconi, dunque, è ineleggibile. Ma il cavaliere, e con lui i suoi fedelissimi – non esattamente tutti quelli che in questi giorni lo stanno sostenendo anche con la raccolta di firme per la concessione della grazia da inviare al presidente Napolitano – cercano ancora di studiare le mosse riguardo la candidabilità del leader di Forza Italia. Domani, però potrebbe essere l’ultimo giorno di speranza per il presidente del Milan che attende la decisione della Corte di Cassazione sull’interdizione dai pubblici uffici.
Sull’appuntamento giudiziario di domani, interviene anche il vicepresidente del Cdm, Michele Vietti: “Le norme nazionali sono molto chiare. Ovviamente, per completezza, bisogna aspettare la decisione che domani prenderà la Corte di Cassazione sulla decisione definitiva in tema di interdizione. Sento – aggiunge – che si fa riferimento ad autorità giudiziarie sovranazionali e rispetto a quelle, ovviamente, non ho nulla da dire se non attendere se e cosa faranno”.
Eppure fino a questa mattina il gruppo alla Camera di Forza Italia, attraverso la velina ‘Il Mattinale’, aveva annunciato la sicura partecipazione di Berlusconi nelle “liste di Forza Italia in tutte e cinque le circoscrizioni italiane. Volerlo impedire equivale a truccare il risultato elettorale, è un broglio preventivo, una sofisticazione alimentare del pane democratico”.
“Il fuoco di sbarramento – si legge ancora nel testo del Mattinale – con armi pesanti predisposto dal Partito democratico e dai suoi alleati (e padroni) mediatici e giudiziari, è un buon indicatore di due cose: 1) della paura, anzi del terrore di tipo cartaginese, che si è diffuso istantaneamente tra capi e capetti di ogni corrente della sinistra (e ahimè anche dell’Ncd) alla notizia della volontà di partecipare manifestata da Berlusconi; 2) dell’idea che della democrazia hanno costoro. Cioè una democrazia a sovranità limitata: limitata da Magistratura democratica, ovvio, e dagli interessi della bottega che una volta e per sempre conviene definire oscura”.
“È – conclude – un gran bene per tutti se Berlusconi rientrerà come parlamentare nelle istituzioni europee, da statista qual è. È interesse di tutti che concorra nella pienezza dei suoi diritti politici. Anche ad Angela Merkel. Ci rifletta il Presidente della Repubblica”.
Oggi, nell’intervista a Repubblica, il sottosegretario di Stato alla presidenza Graziano Delrio aveva escluso l’ipotesi di rottura dell’accordo fra Matteo Renzi e il Cavaliere su riforma elettorale e abolizione del Senato nel caso in cui Berlusconi fosse stato escluso dalla competizione elettorale per le europee.
Eppure Berlusconi potrebbe ricorrere a una mossa in extremis: se l’interdizione dovesse impedirgli la candidatura oltre che l’elezione, il leader di Forza Italia deciderebbe comunque di mantenere il suo nome sulla lista di Forza Italia per garantire un effetto trascinamento ai suoi candidati.